
Consigli legali e cani: i danni provocati dal cane
Ecco i nuovi consigli legali e cani per i nostri amici scritto da Edgar Meyer, presidente di Gaia Italia.
Danni provocati dal cane: Cosa succede ?
È successo un patatrac. Un rottweiler di sei mesi, dopo che i suoi padroni sono usciti per andare a lavoro, ha pensato bene di bere dell’acqua. Quella nella ciotola, però, non era probabilmente di suo gradimento. E così ha sollevato il miscelatore del bidet, ha messo le zampe anteriori all’interno e ha iniziato a sorseggiare. Una bella bevuta. Peccato che il tappo del lavello fosse bloccato. L’acqua, quindi , in poco tempo ha riempito l’alloggio, per poi scorrere sul pianerottolo e infine precipitare a cascata giù per le scale.
Quando i condomini si sono accorti dell’acqua che fuoriusciva dall’ appartamento, hanno subito chiamato l’amministratore, che però non è riuscito a rintracciare e a mettersi in contatto con gli inquilini dell’abitazione. E’ partita cosi la chiamata ai vigili del fuoco che, evitando incontri spiacevoli con il rottweiler, hanno finalmente chiuso l’acqua. Sul posto sono arrivati anche gli agenti del commissariato, per controllare che il cane non fosse stato abbandonato, ma la “piccola peste” aveva le sue ciotole con il cibo e l’acqua che galleggiavano in quel laghetto che era diventata la sua casa.
Nel frattempo è rientrato un membro della famiglia, che ha raccontato come il cucciolone fosse abituato a dissetarsi, sapendo aprire in autonomia il rubinetto del bidet.
Consigli legali e cane: danni provocati dal cane, chi paga?
La bravata del cucciolo ha provocato ingenti danni all’appartamento, al secondo piano della palazzina ed alle scale condominiali. Il cucciolone, comunque (tranne forse una “lavata” di capo), non ha rischiato l’espulsione. La legge sulla Riforma dei Condomini, entrata in vigore a giugno 2013, ha previsto un’integrazione all’articolo 1138 del Codice Civile molto chiara: nessun regolamento condominiale può vietare di possedere o detenere animali domestici.
La presenza di un cane all’interno di una struttura condominiale non deve ovviamente essere lesiva dei diritti degli altri condomini, sicché i proprietari dell’animale devono ridurre al minimo le occasioni di disturbo e prevenire le possibili cause di agitazione ed eccitazione dell’animale stesso, soprattutto nelle ore notturne.
Occorre, però, tenere presente, come chiarito dalla più recente giurisprudenza, che la natura del cane non può essere coartata al punto da impedirgli del tutto di abbaiare e che episodi saltuari di disturbo da parte dell’animale possono e devono essere tollerati dai vicini, in nome dei principi del vivere civile.