
Malattia da graffio di gatto, in cosa consiste
La malattia da graffio di gatto è un’infezione da bartonella henselae, detta anche bartonellosi che può avvenire tramite contagio da graffi o morsi di gatto, specialmente randagi ma, in certi casi, anche domestici, che possono infettare queste lesioni con questo tipo di batteri. La bartonella si trasmette da gatto in gatto tramite parassiti, principalmente con le pulci che diffondendosi da un animale all’altro permettono la riproduzione del microorganismo.
La fascia di età più a rischio di contrazione, nell’uomo, è rappresentata dai bambini, che più facilmente stanno molto a contatto con animali in casa o per strada.
Malattia da graffio di gatto: sintomi più comuni
I sintomi comuni di questa infezione possono essere molti, ed è consigliabile visitare un medico che possa diagnosticare l’infezione piuttosto che fare da sé.
Dolori muscolari, all’addome, al collo, agli occhi, alle articolazioni o alle ossa possono essere un primo indizio, ma anche febbre, lacrimazione, mal di testa, congiuntivite, disorientamento e in alcuni casi convulsioni, nausea, meningite, perdita di peso che può sfociare nell’anoressia, vomito e altro ancora.
Un indizio molto importante per la diagnosi è l’osservazione del graffio o del morso che si è ricevuto, che in 3 o 10 giorni può sviluppare una papula eritematosa fino a diventare una crosta che in alcuni casi fa formare una pustola. In 2 settimane, può svilupparsi una linfoadenopatia nella regione dell’infezione, che viene solitamente accompagnata dagli altri sintomi (principalmente febbre e dolori muscolari)
Malattia da graffio: complicazioni e soluzioni
In casi molto rari, la malattia può portare a sindromi congiuntiviti importanti o a lesioni a livello di fegato e milza e malattie più pericolose come endocardite, osteomielite e polmonite. Queste complicanze sono comunque rarissime, ed intervengono solo nei casi di ipersensibilità o carenza di difese immunitarie, o ancora noncuranza.
Solitamente, comunque, la malattia è benigna e si risolve da sé in 2 o 5 mesi.
Esiste una diagnosi che conferma l’infezione, che prevede la biopsia dei linfonodi.
Il trattamento tipico è fatto con impacchi caldi e analgesici.