Il Festival di Yulin e il massacro dei cani

Il Festival di Yulin: il festival della carne di cane - Intervento di attivisti e di Action Project Animal

Il Festival di Yulin

Si conclude oggi il Festival di Yulin, la manifestazione che si svolge in Cina nonostante le tante proteste. Infatti, secondo quella che viene definita “tradizione” e che va avanti da quattro secoli, si consuma principalmente carne di cane e di gatto. L’evento fa inorridire chiunque ami gli animali e proprio in questi giorni moltissimi attivisti si sono mossi per fermare, almeno in parte, questo massacro. Nonostante in alcuni paesi sia stato vietato il consumo di carne di cane, il festival si è svolto anche quest’anno.


Gli attivisti al lavoro contro il Festival di Yulin

Molti attivisti hanno liberato e ricomprato molti animali, destinati a una morte brutale e certa. Dalla Cina, molti animalisti si danno da fare per interrompere queste barbarie e pochi giorni fa un uomo ha fermato con il suo suv un camion di cani destinati al macello, e un vasto numero di passanti gli ha fornito aiuto, dimostrando come il tema sensibilizzi sempre più persone. Anche dall’Italia si è mosso un ragazzo, Davide Acito, il fondatore dell’associazione Action Project Animal, che cerca, con il suo operato, di salvare quanti più animali possibile.

Davide Acito, dell’ Action Project Animal, ha spiegato che in Cina, per il Festival di Yulin, vengono cucinati 10000 cani e centinaia di gatti. Vedendo passare queste notizie sui social, il ragazzo ha deciso di mobilitarsi e intervenire di persona, salvando molti animali, anche grazie all’aiuto di un’attivista cinese, Miss Yang. Dopo il primo viaggio, Davide è stato rincuorato dai messaggi di stima che gli sono arrivati e ha deciso di proseguire nella sua operazione anche quest’anno. I cani che sono stati salvati da Acito e dalla sua associazione, Action Project Animal, sono davvero tanti e molti degli animali presentavano dei microchip, segno che erano stati sottratti ai loro proprietari. Il lavoro degli attivisti prosegue e si spera che presto le loro voci, unite a tutte quelle che si dissociano da questo massacro, vengano ascoltate.

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