
L’ emodialisi negli animali: quando è indicata?
Come abbiamo visto in un articolo precedente dell’Istituto Veterinario di Novara, la terapia sostitutiva renale, o emodialisi negli animali rappresenta sicuramente il trattamento da scegliere in caso di insufficienza renale acuta. Dati dalla medicina umana evidenziano che un intervento tempestivo sembra associato ad una migliore probabilità di risoluzione dell’insufficienza renale acuta rispetto ad un approccio tardivo. La riduzione o l’assenza della produzione urinaria, le alterazioni elettrolitiche e acido-base che non rispondono al trattamento medico, la presenza di edemi generalizzati o azotemia grave sono tutte indicazioni ad iniziare un trattamento sostitutivo. Indipendentemente dalle alterazioni sopracitate, ogni volta che un paziente con insufficienza renale acuta non risponde alla terapia infusionale nell’arco di 24-48 ore diventa un candidato per la terapia emodialitica. Nei casi di intossicazione è invece fondamentale che il trattamento venga instaurato prima possibile, così da permettere una maggiore rimozione del tossico nel sangue e limitarne i danni.
L’ emodialisi negli animali: durata e prognosi
La durata del trattamento dipende molto dalla condizione clinica dell’animale, dalla causa e dalla gravità del danno. È importante che i proprietari capiscano che la dialisi non ripara di per sé il danno renale, ma rimpiazza molte delle funzioni di un rene normale, in modo da garantire una buona qualità della vita al paziente. Solitamente non è possibile determinare quante sedute di dialisi saranno necessarie prima che ci sia un recupero della funzionalità: per esempio, quando si ha una necrosi tubulare acuta si devono prospettare 2-4 settimane di terapia; invece, alcuni altri pazienti necessitano mesi per recuperare il danno ed altri non recuperano mai. La prognosi e la durata della terapia, dunque, variano moltissimo da un paziente all’altro.
Il tasso di sopravvivenza dei cani e gatti in dialisi è del 41-52%, ma varia molto a seconda della causa. Nelle cause infettive si va dal 58 al 100%, nelle cause emodinamiche o metaboliche dal 40 al 72%, e nelle intossicazioni acute (specialmente in quelle da glicole etilenico) dal 20 al 40%. Tra i cani e gatti sopravvissuti, quelli che ritornano a valori di creatinina normali sono circa la metà, i restanti sviluppano un‘insufficienza renale cronica.