
Parvovirosi nel cane
Auguriamoci che nel nostro amico a 4 zampe non si presenti mai una diarrea emorragica associata a vomito incontrollabile e ridotta capacità a combattere le infezioni, perché nella maggior parte dei casi starebbe a significare che Fido ha contratto la gastroenterite emorragica del cane, o parvovirosi nel cane, che è una malattia infettiva altamente contagiosa, che facilmente induce alla morte nel giro di 24-72 ore dalla comparsa dei sintomi.
Fonti di trasmissione della parvovirosi nel cane
Com’è possibile che ciò sia accaduto? È probabile che il cane sia venuto a contatto con gli escrementi o le secrezioni (feci, muco) di un esemplare infetto, che può averli espulsi anche 5-6 mesi prima, dal momento che essi restano infettivi nell’ambiente anche dopo un lasso di tempo tanto lungo. Oppure, soprattutto se si tratta d un cucciolo, ancor di più se acquistato in “negozi di fortuna”, o da allevatori non riconosciuti, o in altre circostanze poco chiare e poco garantite, è possibile che il virus sia stato passato, per via transplacentare, da una madre infetta non vaccinata regolarmente (ragion per cui, è sempre bene informarsi della provenienza di un cucciolo, prima di acquistarlo, e rivolgersi sempre al allevamenti seri ed affidabili).
La parvovirosi canina è una patologia diffusa in tutto il mondo, e prolifera maggiormente nelle stagioni calde e in ambienti caldi e umidi, dunque la primavera e la stagione più a rischio. Il virus della parvovirosi è molto resistente e non si elimina con i comuni detergenti e disinfettanti che si trovano in commercio, come abbiamo accennato precedentemente può sopravvivere a lungo anche a temperatura ambiente, sia in ambienti interni che esterni.
Sintomatologia della parvovirosi nel cane
Trascorsi 3-5 giorni dall’infezione, la malattia comincia a manifestarsi con sintomi diversi a seconda delle forme: nei cuccioli infettati dalla madre la compromissione è di tipo cardiaco, con miocardite acuta e morte; la forma digestiva si evidenzia con diarrea talvolta emorragica, vomito, innalzamento della temperatura corporea, perdita di liquidi: invece, nella forma asintomatica, l’unico campanello d’allarme, purtroppo estremamente generico, è dato dalla depressione e/o dalla mancanza di appetito.
Questo virus può colpire cani di qualunque età, nonostante i più a rischio siano i cuccioli tra le 6 settimane e i 6 mesi di età. Ovviamente tutti gli animali non vaccinati o senza i dovuti richiami presentano un rischio elevato. Inoltre, seppur non si conosca la ragione, pare che alcune razze siano maggiormente predisposte a questa malattia ed anche a sviluppare sintomi molto più gravi in caso di contagio, si tratta di: Rottweiler, Dobermann Pinscher, English Springer Spaniel, American Pit Bull Terrier, Pastore Tedesco e Bassotto. Tutt’oggi inspiegato anche il fatto che il Barbone Toy e il Cocker Spaniel, al contrario non si ammalano quasi mai di parvovirosi.
Terapia per la parvovirosi nel cane
Purtroppo, non esistendo una terapia mirata vera e propria, in caso di parvovirosi nel cane è possibile solo intervenire sui sintomi, e uno dei provvedimenti più importanti è volto ad arginare il gravissimo stato di disidratazione che si verifica nelle prime 24-48 ore attraverso fluidoterapia per via endovenosa lenta.
Prevenzione della parvovirosi del cane
La miglio prevenzione alla parvovirosi nel cane è rappresentato dalla vaccinazione: ma è necessario che essa venga correttamente effettuata da un medico veterinario in base ai protocolli odierni, rivisti in relazione all’evidenza scientifica che gli anticorpi materni possono interferire sul cucciolo fino a 4 mesi e mezzo, per cui la vaccinazione va effettuata a partire dal 60° giorno di vita, con richiami ogni 21 giorni per le prime 18^ settimane, e poi annuali per il resto della vita.
Degno di nota il fatto che i cuccioli di madri correttamente e regolarmente vaccinate sono meno soggetti a contrarre la malattia, ed in ogni caso, anche se dovessero ammalarsi, lo fanno in forma meno grave, ciò perché la vaccinazione praticata alla mamma provoca un aumento degli anticorpi in circolo nel cucciolo.
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