
Cibo per gli animali sul Vesuvio, l’ azione dei volontari
Le fiamme che hanno devastato il vulcano presso Napoli in questo periodo sono finalmente state domate, ma ora resta un deserto in cui gli animali sul Vesuvio non potrebbero sopravvivere senza aiuti. Ecco perché i volontari animalisti e altri cittadini residenti in quella zona hanno iniziato e stanno tuttora portando avanti una splendida iniziativa di solidarietà: portare cibo per gli animali sul Vesuvio superstiti. Tra le ceneri viene lasciato cibo per tutte le razze della fauna del luogo. Dopo tante notizie di piromania e di distruzione, finalmente una notizia di solidarietà. I volontari hanno preso a cuore la sorte e dei superstiti impauriti e feriti. “La speranza dell’offerta” è il nome dato alla fotografia scattata da Doris Bordorf, che sta facendo il giro del web e che è diventata simbolo dell’ azione dei volontari. Si tratta di una immagine che mostra pezzi di prugne, mele, pere e semi di diversi tipi in un ceppo di un albero crollato dopo essere stato divorato dalle fiamme.
Le vittime degli incendi
Numerosi e tragici incendi, con alta probabilità dolosi, hanno devastato un’ ampia area verde del meraviglioso Parco Nazionale del Vesuvio. Le fiamme hanno minacciato i residenti e le loro abitazioni, divorato la vegetazione. I cani ospiti dei canili della zona e i non pochi tanti randagi sono stati tratti in salvo, troppi però sono morti nei roghi. Non solo cani ma animali di molte specie sono morti: lo scenario che si è presentato, una volta domate le fiamme, è risultato drammatico. Cani, volpi, gatti, uccelli, roditori, galline e quadrupedi di grossa taglia sono stati rinvenuti carbonizzati, immobilizzati dalle fiamme, deceduti in modo doloroso.
I volontari ora si danno da fare per i superstiti, con il sostegno delle associazioni animaliste nazionali. Portano sul Vesuvio pezzi di frutta tagliati, semi, granaglie, pezzetti di carne. Gli animali scampati alle fiamme devono infatti fare i conti ora con un territorio e una natura distrutti, riarsi e privi di cibo, nonché di acqua. L’ acqua viene dai volontari lasciata all’ interno di grossi contenitori oppure di recipienti di terracotta o di materiale non combustibile.
Alcune dichiarazioni
Annamaria Procacci, responsabile biodiversità e consigliera nazionale di Enpa, ha dichiarato: “In questo periodo dell’ anno ci sono tanti cuccioli e piccoli di uccelli. Che non sono ancora esperti, non si muovono velocemente e non sanno volare bene. Con questi incendi abbiamo perso un’ intera generazione di animali selvatici“.
A Napoli, Animal Amnesty con Giulia Pingue dice: “Consigliamo di portare granaglie per gli uccelli, vanno bene anche i mangimi per galline, pezzi di carne per le volpi, frutta e verdura per tutti gli altri animali della nostra fauna locale. E tanta acqua. Gli animali ora rischiano di morire di sete in un panorama che è sempre più arso e secco“.
Gli stessi residenti sono ancora terrorizzati sia per se stessi che per l’ ambiente: “Non resta più niente di quel bosco e di quella natura distrutta dalla furia delle fiamme. Anche degli animali che prima popolavano queste distese non è rimasto più nulla. In molti sono scappati, ma in troppi sono morti“.
Silvano Somma, esperto in scienze forestali, così afferma: “Non sappiamo quanti animali e di che specie si siano salvati, ma vogliamo andare in loro soccorso. Non siamo neanche in grado di fare una stima ma pensiamo che siano sopravvissuti in pochi. C’è da dire che tutti i volontari che stanno venendo nel parco sono mossi da uno spirito sempre più propositivo. Hanno portato con loro acqua e cibo e provano a distribuirlo sempre più velocemente. Ci auguriamo solo che le autorità non restino insensibili a questo nostro impegno e che ci possano consentire di proseguire in questa azione di soccorso. Tutti abbiamo subito un grave danno ed è giusto che tutti cooperiamo affinché la situazione possa tornare il più rapidamente possibile alla normalità”.