
Ricino
Pianta erbacea annuale della famiglia delle Euphorbiacee, il ricino è molto diffuso e coltivato a scopo ornamentale. Il suo nome scientifico è Ricinus communis e pare che sia nocivo agli animali, soprattutto ai cani. La pianta di ricino ha una forma arborescente, ha in media un’ altezza di due o tre metri ma nei luoghi di origine può anche raggiungere un’altezza di 10 metri. I fiori sono raggruppati a grappoli e i frutti consistono in capsule spinose che quando sono mature liberano dei semi lucenti di circa 1 cm. La tossicità della pianta è totale ed è dovuta alla presenza di una glicoproteina, la ricina, che si concentra maggiormente nei semi. I semi contengono una fitotossina, la ricina e un alcaloide, la ricinina, dalle elevate proprietà purgative. La pianta è tossica anche per l’ uomo e bastano 2-3 semi ingeriti per provocare la morte di un bambino. Al contrario dei semi, l’ olio che invece viene estratto non è tossico.
Tossico in particolare per i cani
La specie più sensibile al ricino è il cane che, se ingerisce i semi o i panelli, utilizzati come
fertilizzanti, può intossicarsi. Il cane, soprattutto quanto è cucciolo, tende a sgranocchiare e assaggiare qualunque cosa gli capiti davanti e quindi anche nel caso del ricino, può facilmente venire a contatto con foglie, rami, semi etc. Per questo è sconsigliabile, soprattutto se si ha un giardino e il cane spesso si trova lì a giocare anche da solo, di porre questa pianta, in modo da evitare che l’ animale possa avvicinarsi e ingoiare i suoi semi. La prevenzione è d’ obbligo per evitare tragici epiloghi, anche perché non esistono antidoti in grado di curare l’ intossicazione da ricino. I sintomi in caso di intossicazione cominciano a manifestarsi dopo 18-24 ore dall’ ingestione e possono anche portare alla morte.
Sintomi che possono degenerare
I sintomi più frequenti che possono manifestarsi dopo l’ ingestione di ricino sono vomito, eccessiva salivazione, coliche, bruciore alla bocca, edema della mucosa buccale e della lingua, diarrea emorragica, crampi, dolori addominali, oliguria, abbattimento. La prima cosa che comunque deve trarre in sospetto sull’ intossicazione da ricino è l’ aumento della temperatura corporea e una forte sete. In casi estremi compare diarrea profusa con sangue e questo è un segno che l’ intossicazione sta facendo il suo corso. Se non si interviene con un trattamento sintomatico la morte avviene in due o tre giorni, ma deve essere somministrato quando ancora l’ intossicazione non ha preso gli organi vitali.