Come si possono evitare attacchi improvvisi nel cane?

Socializzazione cane: evitare attacchi improvvisi nel cane

Evitare attacchi improvvisi nel cane

Una delle dinamiche che gli uomini più lamentano nella socializzazione cane è quella dei cosiddetti ‘attacchi improvvisi’, ovvero quando il cane attacca in una maniera per noi esseri umani inaspettata. In realtà è doveroso specificare e anticipare che non esistono attacchi improvvisi veri e propri del cane perché ciò che noi consideriamo inaspettato è semplicemente ciò che non siamo riusciti a capire dei segnali del cane che ci ha inviato. In ogni caso, vediamo come evitare gli attacchi improvvisi nel cane.

Non perderti i nostri articoli.

Socializzazione cane, quando è il caso di evitare

I problemi di “incomprensione” tra gli uomini e i cani sono spesso figli dello stile di vita moderno e contemporaneo che ha portato gli uomini e i cani lontani dalla natura, rifugiandosi in ambienti tecnici e tecnologici e con un bassissima (o nulla) presenza di verde. Tutto questo ha un po’ portato ad atrofizzare l’aspetto animale dell’uomo, il suo contatto con la natura circostante e, di conseguenza, la sua capacità di percezione e comprensione del modo di esprimersi dei cani.

Se un cane attacca, quindi, non è quindi un problema di socializzazione canina, ma di educazione del cane, di insegnargli le regole del mondo animale; quelle regole e leggi della natura che i cuccioli ricevono nelle prime settimane dalla propria madre (fase di imprinting) e che, per un motivo o per un altro, possono non esserci state.

Evitare attacchi improvvisi nel cane: il nostro problema educativo

A tal proposito, come detto, non bisogna impegnarsi per una socializzazione, ma bisogna imparare a comunicare con il cane e a far comunicare il cane. La natura è una cosa seria e complessa e non è certamente pensabile replicare quella serie di fenomeni, per certi aspetti ancora ricoperti da un’aurea di fascino e mistero, che permettono ad una madre di comunicare con il proprio cucciolo.

Come molti esperti raccontano, quando si frequentano casi di ‘attacchi improvvisi’, gli uomini portano i propri cani dagli educatori chiedendo loro di insegnare al cane a comportarsi bene; in realtà l’educazione compiuta da questi professionisti è nei confronti degli esseri umani che devono imparare a comunicare con il proprio cane (che non è un dispositivo tecnologico cui avviare una fase di inizializzazione o configurazione delle funzioni desiderate) ed educarlo, con pazienza e perseveranza.

I cani vivono in un branco nel quale vigono regole molto rigide, di autorità, gerarchia e sottomissione, che mantengono l’equilibrio all’interno del gruppo. In questo ambiente gli animali apprendono l’arte di socializzare e non sono mai aggressivi (salvo per motivi patologici); se lo sono è perché è mancata questa fase di educazione che i padroni devono saper trasmettere, con tantissima pazienza, quando il cane non è più un cucciolo.

Ecco perché è da evitare di allontanare i cuccioli dalla propria madre prima di 60 giorni: in questo periodo apprendono questo modo di ‘stare al mondo’, che mostra tutta la sua importanza quando manca, con tutte le problematiche e i rischi del caso.