
Anemia emolitica immunomediata nel cane
Parliamo questa volta dell’ anemia emolitica immunomediata nel cane, le cui origini possono essere primarie e idiopatiche oppure secondarie. La forma più diffusa che viene diagnosticata è quella idiopatica, che consiste nel non riuscire a individuare, escluse tutte le altre, la causa scatenante del fenomeno.
Che cos’è l’ anemia emolitica immunomediata nel cane
Entrando nel merito di questo fenomeno possiamo dire quello che si verifica a causa dell’ anemia emolitica immunomediata nel cane. Gli eritrociti vengono rivestiti di anticorpi IgG e IgM; questo comporta che il sistema immunitario li riconosce come nocivi e li elimina dal sangue del cane. Ecco l’ origine dell’ anemia, ovvero la carenza di sangue. Nel sangue dei cani questa malattia genera la presenza di globuli rossi che vengono chiamati sferociti; tale presenza non è riscontrata invece nel sangue dei gatti.
I sintomi dell’anemia emolitica immunomediata
Tutti i sintomi con cui si presenta la patologia sono gravissimi e molto rapidi, essendo un tipo di patologia che ha un andamento acuto e iper acuto.
In presenza di questa patologia i sintomi che si possono verificare sono:
- anemia del cane
- abbattimento
- petecchie
- depressione del cane
- mucose pallide
- intolleranza all’ esercizio fisico
- ecchimosi
- vomito del cane
- dolore addominale
- dispnea
- ittero
- soffio cardiaco nel cane
- splenomegalia
- tromboembolismo
La diagnosi
Per diagnosticare questa forma di anemia nel cane bisogna effettuare degli esami del sangue. Analizzando il sangue del cane, oltre ai suddetti sferociti, verrà individuata la presenza di anemia rigenerativa con policromasia, eritrocii nucleati, leucocitosi, emoagglutinazione (in alcuni casi) e proteine normali o aumentate.
Il test di Coombs
Per la diagnosi dell’ anemia emolitica il test di Coombs (utilizzato per rilevare la presenza degli anticorpi che si sono fissati sulla superficie dei globuli rossi) è praticamente inutile. Inoltre si tenga presente che questo test, in almeno il 10% dei cani con anemia emolitica, dà esito negativo.
La terapia
La cura e il trattamento dell’ anemia emolitica immunomediata è fondata sulla somministrazione di cortisonici per cani. Questi sono somministrati in dosi immunosoppressive, dunque molto più alte rispetto ad altre patologie che richiedono trattamenti similari. In casi urgenti si può utilizzare anche il desametazone, ma deve essere sostituito quanto prima con delle dosi equivalenti di prednisone, che ha meno effetti collaterali.
I primi miglioramenti nei cani, dopo terapia a base di cortisone, arrivano in maniera piuttosto rapida nell’ arco di 24 o 96 ore al massimo. Nelle forme più acute dell’ anemia emolitica il solo cortisone non è sufficiente a non assicurare che altri organi vengono danneggiati; per questo spesso si ricorre all’ utilizzo anche di ciclofosfamide in una dose con eparina (a scopo profilattico). Contestualmente sono valide anche tutte le altre terapie di sostegno. Questa terapia ha una durata, nel 66% dei casi, che dura tutta la vita. Per stabilire i dosaggi si procede a tentativi, riducendoli progressivamente fino a che i valori ematici non sono stabili.
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