
Permesso retribuito per curare il cane malato
Il cane di una dipendente dell’ Università La Sapienza di Roma stava molto male e aveva un urgente bisogno di un intervento chirurgico del cane. La donna, dipendente pubblica e single, non aveva nessuno a cui poter affidare il proprio peloso, per cui aveva chiesto, senza successo, all’ Università romana due giorni di permesso retribuito per curare il cane.
L’ Università, di fronte a questa richiesta, si era trovata impreparata dal momento che non c’ erano dei precedenti noti di permessi per l’ assistenza agli animali domestici malati. l’ impiegata aveva presentato la documentazione e spiegato l’ impossibilità di delegare ad altri l’ assistenza del cane, che doveva essere operato per una paralisi alla laringe.
Il cane è un membro della famiglia
La donna aveva presentato la domanda per gravi motivi personali e familiari ma l’ Università ha richiesto ulteriori motivazioni. Non per questo lei si è arresa: con il supporto della Lav Lega anti vivisezione, ha dimostrato che prendersi cura dell’ amico a quattro zampe rientrava nei gravi motivi personali e familiari, dunque giustificava il permesso.
Infatti, il presidente della Lav e l’ ufficio legale hanno rintracciato alcune sentenze della Cassazione che affermavano che la mancata cura di un animale configura il reato di maltrattamenti. Così la donna ha provato a La Sapienza che, qualora non avesse assistito il cane, avrebbe commesso un reato. Di fronte a ciò e al certificato del veterinario, l’Università non ha potuto fare altro che concedere il permesso retribuito per curare il cane.
Un importante successo
Afferma il presidente della Lav: “Ora, con le dovute certificazioni medico-veterinarie, chi si troverà nella stessa situazione potrà citare questo importante precedente. Un altro significativo passo in avanti che prende atto di come gli animali non tenuti a fini di lucro o di produzione sono a tutti gli effetti componenti della famiglia. È un altro passo avanti verso un’ organica riforma del Codice Civile che speriamo il prossimo Governo e il prossimo Parlamento avranno il coraggio di fare, approvando la nostra proposta di Legge ferma dal 2008″.