
Emozioni dei cani
Qui vi parleremo delle emozioni dei cani, quelle che provano davvero i nostri amici con la coda e quelle che invece sono soltanto il frutto dell’immaginazione dei padroni. Alcune persone sono in grado di capire ciò che provano i loro cani in un determinato momento. Ad esempio, giusto per rendere l’idea di quanto detto, se al rientro a casa il cane scodinzola e a salta significa che è felice nel vederci, se al contrario siamo a spasso e Fido inizia a ringhiare contro qualcuno certo non sta manifestando felicità.
Le emozioni dei cani secondo gli antichi
Gli antichi pensavano che i cani, così come gli altri animali, potessero provare la stessa ampia gamma di emozioni degli umani e che fossero persino capaci di comprendere il linguaggio umano e semplicemente non in grado di rispondere verbalmente. Tuttavia con il progresso della scienza questo pensiero nei secoli è variato.
La filosofia e la religione hanno cominciato ad affermare la superiorità dell’uomo sull’animale, sostenendo che questo era sprovvisto di anima e dunque di sentimenti. Obbediva a leggi naturali e poteva provare soltanto delle semplici emozioni come la paura e l’eccitazione, ma visto e considerato che si riteneva fosse privo di anima non era capace di avere sentimenti e tanto meno una coscienza. Pensiero questo ufficialmente sostenuto anche dalla chiesa e quindi incontrovertibile.
Emozione dei cani: il meccanicismo di Cartesio
L’idea che i cani non possedessero un’anima e quindi nemmeno emozioni è perdurata per molto tempo. Il filosofo francese Cartesio sosteneva che il mondo era una grande macchina, nella quale le creature “semplici”, come i cani, erano programmate dalla natura per comportarsi secondo azioni prestabilite, escludendo il concetto e la facoltà di pensare e provare emozioni proprie.
Sulla scia di questo pensiero il filosofo Malebranche, sosteneva che gli animali mangiavano senza piacere, piangevano senza dolore ed agivano senza la consapevolezza delle loro azioni, vivevano senza desideri e senza paura. Questa tesi è stata per lungo tempo dibattuta e soltanto nel 1600 la scienza cominciò ad indagare e fare ricerche in questo ambito, riuscendo a svincolarsi dai vecchi pregiudizi.
Il pensiero moderno
Al giorno d’oggi siamo giunti alla conclusione che anche il cane ha delle emozioni proprie. I cani posseggono infatti le stesse strutture cerebrali che consentono all’uomo di provare emozioni, ed identici sono anche gli ormoni che le causano e i processi chimici che attuano i cambiamenti d’umore. L’ ossitocina, che nell’uomo è responsabile dell’affetto, dell’ amore, del senso di accudimento, è presente anche nei cani.
Ma non dobbiamo farci trarre in inganno, si potrebbe pensare che i cani provino le nostre identiche emozioni: in parte è vero, ma non completamente. È stato infatti dimostrato che le potenzialità cerebrali del cane sono rapportabili a quelle di un bambino di due anni e mezzo, sia per quanto concerne le emozioni che per le capacità cognitive.
Proprio come un bambino di questa età, i cani possiedono una gamma di emozioni limitata. Fido non proverà mai emozioni complesse come ad esempio il senso di colpa, la vergogna, il disprezzo o l’orgoglio, più che altro, esattamente come i bimbi, sarà in grado di sperimentare gioia, paura, disgusto e naturalmente anche amore ed affetto.