
Tagliate orecchie cane
Il padrone di un American Staffordshire Terrier e un veterinario sono finiti sotto inchiesta a Milano con l’accusa di maltrattamento di animali. Sono state tagliate orecchie cane apparentemente per una ragione sanitaria, ma secondo la Procura il fatto è stato compiuto per ragioni puramente estetiche. Cagionare lesioni senza necessità è reato e l’amputazione delle orecchie del cane è vietata dalla legge, anche se gli esemplari con le orecchie mozzate hanno più possibilità di vincere i concorsi di bellezza canini.
Tagliate orecchie cane: il processo
Le indagini nei confronti del veterinario e del proprietario del cane sono state chiuse e il pm Mura Ripamonti ha rinviato a giudizio i due per citazione diretta. Il veterinario è residente a Pavia ma ha lo studio è situato in zona Navigli a Milano, mentre il proprietario del cane con le orecchie tagliate è un avvocato di 36 anni milanese.
L’inchiesta era stata avviata a Reggio Emilia e gli atti erano stati trasmessi nel capoluogo lombardo a seguito di un controllo svolto dall’Asl in un concorso canino. Infatti, a febbraio 2017 si è svolto a Scandiano il Golden Edition Show e durante un controllo sono stati trovati 16 cani, prevalentemente appartenenti alle razzi di cani American Stafforshire Terrier e Pitbull con le orecchie mozzate. Per uno dei casi la competenza era di Milano e da qui è partita l’indagine della Procura.
Il veterinario che è stato interrogato per spiegare come mai sono state tagliate orecchie cane ha raccontato di aver dovuto praticare, nel 2014, la conchetomia terapeutica, poiché si palesava una parte di cancrena sulla parete distale di entrambi i padiglioni auricolari del cane, che allora era ancora cucciolo. Il padrone, una volta arrivato all’ambulatorio del veterinario, gli aveva spiegato che il cucciolo si era ferito in un roveto qualche giorno prima e che le medicazioni fatte in casa non erano servite a nulla, per cui si è ricorsi all’asportazione dei lobi del cane. Una versione, però, che non è sembrata veritiera al pm, per cui si profila un processo per il padrone e per il veterinario.