
Cani brutti- Diciamo la verità, alcune razze di cani sono un po’ un pugno nell’occhio. Tutti
noi abbiamo nella testa l’idea di come si presenta un “bel” cane, ma ci sono varietà
prodotte dalla selezione umana che paradossalmente non si conformano affatto all’ideale
stabilito e ricevuto dalla tradizione. Sono cani strani, dalle proporzioni bislacche, dal mantello troppo lungo o troppo corto o a volte proprio inesistente. Alcuni hanno tante pieghe cutanee che è difficile trovare gli occhi (per esempio il mastino napoletano), altri hanno un muso che non sfigurerebbe al bar di di Guerre Stellari (vedi il Bull Terrier inglese), altri ancora sembrano più pecore che cani (il Bedlington Terrier).
Cani brutti: le razze più brutte che ci sono là fuori
Qui di seguito vi offriamo una top ten delle razze di cani meno convenzionali, o, se proprio volete, “più brutte” che ci siano al mondo. Le abbiamo ordinate dalla posizione numero dieci al numero uno.
- Cani brutti: il Bedlington Terrier
Che ci crediate o no, di solito questa razza non ha un mantello foggiato in maniera così atroce: il problema è che alcuni padroni pensano che sia bello. Il risultato è che un cane già non molto carino di suo finisce per assomigliare pericolosamente a una pecora.
- Cani brutti: il Borzoi
Il Borzoi appartiene alla famiglia dei levrieri, ma a guardarlo proprio non si direbbe: è uno dei cani più alti che ci siano e senz’altro anche uno dei meno aggraziati. Nella categoria dei cani dall’aspetto più bizzarro non sfigura di certo.
- Cani brutti: il cane di montagna del Caucaso
Anche lui si difende piuttosto bene, quanto ad altezza e bruttezza. Alcuni lo vedono come un Chow-Chow oversize e anche in sovrappeso.
- Cani brutti: il cane lupo irlandese
A dispetto del nome, il cane lupo irlandese assomiglia pochissimo a un cane lupo. Ha più
a che fare con un levriero (un po’ alla lontana) e la sua bruttezza risulta tutto sommato
simpatica.
- Cani brutti: l’English Bull Terrier
I Bull Terrier hanno la testa a forma di uovo e tanto basti…
- Cani brutti: il Puli
Di origine ungherese, per via del suo pelo, innegabilmente questo cane assomiglia un pochino ad un “mocio per pavimenti” ma secondo noi l’inclusione in questa lista di “cani brutti” non è del tutto meritata. Come già col cane lupo irlandese, anche qui l’apparente bruttezza è più che altro una peculiarità e fa decisamente simpatia.
- Cani brutti: il Komondor
Se il Puli assomiglia ad un mocio per pavimenti sporco,( si scherza, chiediamo scusa agli amanti di questa razza particolare), il Komodor assomiglia invece a un mocio pulito, ma insomma…più o meno siamo lì. Non è un caso se in inglese vengano anche chiamati “mop dogs”: la somiglianza con l’attrezzo per lavare i pavimenti è piuttosto ovvia.
- Cani brutti: il mastino napoletano
Il mastino napoletano assomiglia a un incrocio un po’ strano tra un mastino inglese, un bracco e uno shar pei. Molti lo considerano brutto, e infatti sta al terzo posto di questa classifica, ma a noi non dispiace per niente. Anche perché, essendo “napoletano”, non può non suscitare simpatia.
- Cani brutti: il cane nudo messicano
In questo caso, che si sia di fronte a un cane piuttosto bruttarello non ci sono dubbi. Senza pelo e con quei colori distribuiti un po’ a casaccio sulla pelle, non si può certo dire sia un campione di fascino, diciamo la verità.
- Cani brutti: il cinese con la cresta
Tra il nudo messicano e questo cinese è una bella lotta. Secondo alcuni il Chinese Crested è talmente brutto da diventare carino (quando gli opposti coincidono). Ecco perché sta in cima (o in fondo, fate voi…) a questa classifica.
Cani brutti: non per razza, ma singoli
Fin qui abbiamo parlato di razze di cani che generalmente sono considerate piuttosto
brutte da vedere (anche se per il suo padrone ogni cane è bellissimo: “Ogni scarrafone…”,
ecc, ecc). Adesso affrontiamo invece il tema di singoli cani che sono stati giudicati degni della assai dubbia palma di “cani più brutti” del mondo.
Come sapete, in giro ci sono concorsi di tutti i tipi e certo non potevano mancare quelli
dedicati agli animali più brutti, soprattutto in America. Tanto per fare un esempio, fin dai lontani anni Settanta la città californiana (e dove altro, se non in California?) di Petaluma ospita il “World’s Ugliest Dog Contest”. Il concorso ha luogo ogni anno nella quarta settimana di giugno e ogni volta ha la sciagurata ambizione di incoronare il cane più brutto del pianeta. Il vincitore (il padrone, intendiamo) riceve 1500 dollari, un trofeo e un viaggio-regalo a New York. Al cane in realtà basteranno una carezza e un po’ di croccantini. Nel sito web di questo singolare concorso si legge che la competizione intende celebrare “le imperfezioni che rendono tutti i cani unici e speciali” e “difendere l’importanza dell’adorazione per tutti gli animali e dei benefici dell’adozione per quelli senza padrone.
Cani brutti: “World’s Ugliest Dogs”
Quest’ultima sottolineatura non è casuale, dato che per abbastanza ovvie ragioni nella
maggior parte dei casi i cani che partecipano hanno trascorsi da trovatelli e quindi si può
immaginare che abbiano sofferto parecchio in vita loro. Gli intenti del concorso sono dunque, lodevoli e la visibilità di questi cani bruttarelli può sicuramente essere “sfruttata” per aiutare altri animali sfortunati. Come si diceva, questa bislacca competizione si celebra fin dal 1970 ed è parte della più ampia fiera di Sonoma-Marin. La fiera nel 2009 ha registrato come un marchio la frase “World’s Ugliest Dog”. Nel 2013 il concorso ha celebrato il suo venticinquesimo anniversario come evento- filiazione della fiera di Sonoma. In quell’occasione fu edito anche un libro: il titolo, ovviamente, era “World’s Ugliest Dogs”. Vi si possono trovare le foto di tutti i vincitori fino a quell’anno. Per chi trova quantomeno poco carino farli sfilare per un concorso che decreta il cane più brutto, sia di consolazione il pensiero che queste strane, peculiari e talvolta sfortunate
creature non sanno davvero che farsene delle nostre assai arbitrarie categorie di bellezza,
anche se per miracolo riuscissero a capire di che si tratta e che comunque il concorso,
come accennato in precedenza, ha scopi più elevati, almeno negli intenti dichiarati dagli
organizzatori.