Gatto abissino: un gatto dalla rara intelligenza

gatto abissino

Il gatto abissino: introduzione

Benché il gatto abissino rappresenti una delle razze più antiche, ammirate e studiate, a tutt’oggi non vi è certezza riguardo alla sua origine, ma solo supposizioni più o meno sostanziate dai fatti. 

Quel che è certo è che l’aspetto squisitamente aristocratico ed elegante dell’abissino ha una forte somiglianza con le rappresentazioni in pittura e scultura che dei loro gatti ci hanno lasciato gli antichi egizi: agili ed  elegantissimi felini con un corpo snello e muscoloso, orecchie grandi e grandi occhi a mandorla.

Poco ma sicuro, la suggestione egizia è ancora forte e l’abissino ancora oggi trasmette una potente impressione di somiglianza con il gatto libico, che è molto probabile sia il progenitore selvatico di tutti i nostri mici domestici.

Il nome sotto il quale sono catalogati questi magnifici gatti, cioè “abissino”, in realtà non ha a che fare con la loro terra d’origine, ma solo con il fatto che i primi esemplari che parteciparono a delle mostre feline in Gran Bretagna, nel tardo Ottocento, si disse che erano stati importati da quel Paese, che poi non è altro che l’attuale Etiopia.

La prima menzione di questo gatto stupendo la si trova nel numero del 27 gennaio del 1872 della rivista Harper’s Weekly, dove si legge che fu proprio un “gatto abissino” ad aver guadagnato il premio per il terzo classificato alla mostra felina che si era tenuta il dicembre precedente al Crystal Palace di Londra. Più precisamente il settimanale scrisse che l’animale era stato “catturato nell’ultima guerra abissina” (nell’anno 1868: si trattò in realtà fu più una spedizione punitiva contro l’imperatore d’Etiopia che di una guerra vera e propria). 

L’articolo su Harper’s Weekly è accompagnato da una illustrazione del gatto abissino. Dal punto vista dei libri più o meno scientifici sull’argomento, una prima menzione dell’abissino la si trova in un testo a firma Gordon Stables, intitolato “ Cats, Their Points, and Characteristics” e pubblicato nel 1874.

Il libro mostra la litografia a colori di un gatto dal pelo maculato ma senza segni distintivi sul muso, le zampe e il collo. La didascalia recita: “Zula, proprietà del capitano Barrett-Lennard. Questo gatto fu portato qui dall’Abissinia alla fine della guerra…”.

Le truppe britanniche lasciarono l’Abissinia nel maggio del 1868, quindi può essere che sia quella  l’epoca nella quale quei gatti dal pelo maculato e senza striature fecero la loro prima comparsa in Gran Bretagna, anche se non sono state trovate prove conclusive al riguardo.

Molti allevatori britannici sono convinti, anzi, che la razza abbia la sua origine dall’incrocio tra esemplari tigrati e gatti inglesi maculati.

Il gatto abissino: gli studi genetici

Recenti ricerche genetiche hanno mostrato che l’origine più probabile del gatto abissino va rintracciata nell’oceano indiano e nel sudest asiatico.

Un’origine da quelle parti sembrerebbe essere attestata anche dal modo in cui fu catalogato un esemplare impagliato conservato nel museo zoologico della città di Leida, nei Paesi Bassi. Questo gatto rossiccio e maculato fu acquistato intorno al 1834-1836 da un fornitore di piccoli gatti selvatici e registrato come “Patrie, domestica India”.

Anche se la razza abissina dal punto di vista dello standard è stata perfezionata nel Regno Unito, la sua introduzione nel Paese e in altre nazioni è da ritenere sia riconducibile al lavoro di mercanti e coloni che facevano scalo a Calcutta (oggi Kolkata), ovvero il più grande porto sull’oceano indiano.

Quanto al Nord America, il primi gatti abissini, provenienti dalla Gran Bretagna, vi fecero la comparsa ai primi del Novecento, ma fu solo negli anni Trenta che nel continente vennero importati esemplari di razza pura, coi quali poi si diede vita al ceppo americano di questa pregiata varietà felina.

Il gatto abissino: il felino più intelligente?

Secondo alcuni suoi ammiratori, il gatto abissino sarebbe addirittura “uno degli animali più intelligenti mai creati”. Secondo una guida internazionale all’acquisto dell’abissino, questo elegantissimo gatto africano è “un felino molto adatto a stare tra le persone. Non un animale da grembo, ma un gatto a cui piacciono le persone, che vuole sapere quel che state facendo e che vuole essere d’aiuto. Probabilmente non c’è al mondo razza più leale e fedele dell’abissino. Dal momento in cui vi siete comprati un abissino, non potete più lamentarvi del fatto che nessuno vi capisce. Gli abissini – scriveva infine questo entusiasta della razza – sono bravissimi nel far fare alla gente esattamente quel che vogliono loro”.

Il gatto abissino: il carattere

Gli abissini sono una razza piuttosto popolare e i motivi di questa loro popolarità hanno a che fare con la loro intelligenza e il loro carattere estroverso e giocoso. 

Si dice che siano propensi a diventare depressi se il loro padrone non sta loro dietro con costante attenzione. Secondo alcuni veterinari l’abissino nei confronti del suo padrone sviluppa un attaccamento che è paragonabile a quello di un cane, il che ne può determinare una dipendenza poco salutare dal contatto con gli esseri umani.

È questa una caratteristica che distingue il gatto abissino da quasi tutti gli altri felini domestici, dei quali in genere si dice che riescono a tollerare a malapena la presenza degli esseri umani.

C’è pure chi li definisce i clown del mondo felino, per la loro combinazione di estroversa giocosità e curiosa intelligenza.

Sono animali attivi e socievoli, eppure in genere tendono a essere anche tranquilli. Il loro miao è del tutto particolare e non assomiglia quello degli altri gatti. 

Poiché amano la compagnia delle persone, non disdegnano di essere sfoggiati dal loro padrone (carattere gatto).  

Il cane abissino: la salute

Questa razza può andare incontro a problemi dentali, come per esempio le gengiviti, che nei casi più gravi possono dare luogo a periodontiti.

Un problema noto di questa razza, talvolta, è anche la amiloidosi, un disordine renale dovuto alla mutazione di un gene per la sintesi della proteina amiloide (approfondimento razze feline il gatto abissino).

Una mutazione ereditaria può anche essere la causa di cecità per degenerazione della retina. Si è però visto che facendo ricorso a degli screening genetici sistematici l’incidenza della malattia si può ridurre considerevolmente (in Svezia nel 2008 è passata dal 45 per cento al quattro). 

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