Dati abbandono cani: quello che bisogna sapere

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Dati abbandono cani – L’abbandono degli animali consiste nell’allontanamento intenzionale di un animale domestico. Per lo più si tratta di cani e gatti.

In genere l’animale viene liberato in posti sperduti e lontani dai quali si spera e si prevede che non riuscirà a tornare facilmente a quella che considerava come la sua “casa” (a torto, purtroppo).  

L’abbandono degli animali domestici può avere conseguenze sociali piuttosto importanti. Può ad esempio provocare incidenti stradali (per esempio nel caso degli sciagurati abbandoni di cani in autostrada). E può incrementare il fenomeno endemico del randagismo, con conseguenti possibili problemi sanitari sia per gli animali domestici che per l’uomo (dovuti a contatti con animali selvatici). 

Per fortuna sempre più numerose sono le persone, anche non necessariamente qualificabili come “animaliste”, che considerano l’abbandono di cani e gatti come una vera e propria barbarie. E sempre più sono le organizzazioni che nascono sul territorio per sensibilizzare il pubblico al fenomeno e anche, nella misura del possibile, per prevenirlo.

Nel nostro Paese un preciso articolo del codice penale, il 727, prevede l’abbandono degli animali come un reato. La pena prevista è l’arresto fino a un anno e una multa compresa tra i mille e i diecimila euro. 

Rimane da vedere però se e in quale misura la norma venga effettivamente applicata nella pratica concreta. Anche perché, per motivi abbastanza ovvi, la repressione del fenomeno è in gran parte affidata alle polizie municipali, che hanno moltissimi altri compiti da assolvere, non ultimo, come tutti sanno ormai, quello a tempo pieno di spremere gli automobilisti in transito per rimpinguare le casse comunali, solitamente parecchio anemiche.

Alla precisa norma penale aggiunge il carico il Ministero della Salute, per il quale  «chi abbandona un cane, dunque, non solo commette un illecito penale, ma potrebbe rendersi responsabile di omicidio colposo» (si pensa agli incidenti stradali, ovviamente). Sempre il Ministero della Salute esorta i cittadini che possiedono cani e gatti a una gestione della riproduzione dei loro animali un po’ più oculata, per non aumentare il numero degli animali abbandonati (sindrome da abbandono nel cane).

Dati abbandono cani: i numeri in Italia

Dati abbandono cani – L’abbandono degli animali consiste nell’allontanamento intenzionale di un animale domestico. Per lo più si tratta di cani e gatti. Per la natura stessa del fenomeno, e anche perché, come di diceva, il suo controllo e repressione sono affidati per lo più alle sole autorità locali, i dati sull’abbandono dei cani in Italia sono per lo più delle stime.

E dunque si stima che ogni anno siano abbandonati circa ottantamila gatti e cinquantamila cani. Di questi animali una media dell’ottanta per cento ha la prospettiva di una morte pressoché certa, per via di incidenti, maltrattamenti, difficoltà ad adattarsi alla durezza della vita randagia.

Il periodo dell’anno in cui si ha il maggior numero di abbandoni è l’estate. La situazione tipica è quella della famiglia che va via in vacanza e non sa cosa fare del gatto o del cane di casa.

Un’altra eventualità è l’abbandono dei cani dopo l’apertura della stagione della caccia: è un destino che in genere tocca agli animali che non si rivelano abbastanza abili nella pratica venatoria (sindrome abbandono cane).

Dati abbandono cani: cosa può fare il comune cittadino

Se per caso ti capitasse di assistere all’abbandono di un cane, non avere paura di far denuncia alle forze dell’ordine.

Se ne hai la possibilità, prendi il numero di targa dei responsabili: il tuo aiuto è importante. È una questione di civiltà. 

Dati abbandono cani: i numeri negli Stati Uniti

Dati abbandono cani – L’abbandono degli animali consiste nell’allontanamento intenzionale di un animale domestico. Per lo più si tratta di cani e gatti. Ogni anno negli Stati Uniti sono circa sei milioni  e mezzo gli animali che vengono accolti nei rifugi di tutta la nazione. Di questi, tre milioni e trecentomila sono cani e approssimativamente tre milioni e due sono gatti. Si tratta di numeri in diminuzione, dato che nel 2011 si stimava che i cani e i gatti accolti dai centri della Protezione animali fossero sette milioni e duecentomila.

Il calo più vistoso ha riguardato in particolare i cani, che sono passati da un numero stimato di tre milioni e novecentomila a tre milioni e tre.

È da rammentare che di questi animali che entrano nei rifugi (canili e gattili) circa un milione e mezzo vengono soppressi (ovvero 670mila cani e 860mila gatti). Peraltro anche il numero degli animali domestici soppressi ogni anno nel Paese è in calo: si stima che dal 2011 ci sia stata una diminuzione di circa due milioni e 600mila unità.

Questa benvenuta diminuzione si spiega in parte con l’aumento delle adozioni da parte delle famiglie e in parte con un aumento nel numero dei randagi che ogni anno vengono restituiti ai legittimi proprietari.

Con riguardo alle adozioni, queste ogni anno riguardano circa tre milioni e 200mila esemplari: di questi, un milione e seicentomila sono cani e altrettanti sono gatti.

Sempre annualmente, sono circa 710mila i randagi che vengono accolti nei rifugi e che poi vengono restituiti ai loro padroni. Di questi, 630mila sono cani e 90mila sono gatti.

Quanto alla popolazione complessiva dei randagi negli Stati Uniti, si stima che questa assommi a ben 70 milioni, dei quali circa otto milioni all’anno, tra cani e gatti, si stima finiscano nei canili o nei gattili.

Si ritiene che per ogni essere umano homeless (nel 2017 si stimava che i barboni fossero 554mila) ci siano almeno cinque animali senza casa, il che porta il numero più o meno a un milione e ottocentomila. 

Dai sei agli otto milioni di cani e gatti che finiscono nei rifugi sono o pitbull o esemplari di razza mista. Quella dei pitbull è in effetti la razza di cani che più soffre di pregiudizi nel Paese e che quindi viene abbandonata con più frequenza.

Le due ragioni principali per cui cani e gatti finiscono nei rifugi è perché sono stati portati lì dai proprietari che se ne vogliono disfare oppure perché sono stati catturati per la strada dagli accalappiacani. 

Degli animali accolti dai rifugi ogni anno solo il 10 per cento all’incirca è fatto da cani o gatti castrati o sterilizzati, il che è un problema, considerato che in sette anni da una cagna non sterilizzata possono venire al mondo, nelle generazioni successive, fino a 67mila eredi e da una gatta 420mila gattini.

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